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Sindrome di Stoccolma: " Questi ladri ci difendono dalla polizia"

La Sindrome di Stoccolma viene considerato come uno stato psicologico che può interessare le vittime di un sequestro o di un abuso ripetuto. Dalla banca dati dell'FBI statunitense risulta che circa l'8% degli ostaggi ha manifestato sintomi della sindrome di Stoccolma.

Il termine Sindrome di Stoccolma è stato utilizzato per la prima volta da Conrad Hassel, agente speciale dell’FBI, in seguito ad un famoso episodio accaduto in Svezia tra il 25 ed il 28 agosto del 1973: due rapinatori tennero in ostaggio per 131 ore quattro impiegati nella camera di sicurezza della Sveriges Kreditbank di Stoccolma. Durante la prigionia, come risulterà in seguito dalle interviste psicologiche (fu il primo caso in cui si intervenne anche a livello psicologico su sequestrati), gli ostaggi temevano più la polizia che non gli stessi sequestratori. Infatti nel corso di una telefonata con l'allora Primo ministro svedese Olof Palme, uno degli ostaggi espresse chiaramente il sentimento del gruppo: "questi ladri ci difendono dalla polizia!".

Sindrome di Stoccolma

ASPETTI PSICOLOGICI

Il legame che si crea tra ostaggio e sequestratore si svilupperebbe secondo specifiche attivazioni emotive:

– Sentimenti positivi della vittima verso l’aggressore, determinati dalla consapevolezza dell'ostaggio che la propria sopravvivenza dipendi dal suo aggressore. – Sentimenti negativi verso la propria famiglia e le forze dell’ordine, percepite come minacciose nei confronti del legame instauratosi. – Identificazione con il punto di vista dell’aggressore (generato in determinati casi dalla preponderanza dei riferimenti ideologici). – Incapacità di mettere in atto comportamenti che potrebbero garantire la liberazione (gli operatori sul campo sanno bene che non è raro incontrare resistenze da parte degli ostaggi all’ atto della liberazione).

La Sindrome di Stoccolma non viene considerata come una patologia infatti non è presente nei manuali dei disturbi mentali, ma sarebbe interessante approfondire le tematiche psicologiche e emotive che ruotano attorno a tale strana situazione. In particolare potrebbe determinarsi un attaccamento "istantaneo" delle vittime all'aggressore determinato proprio dalla dipendenza fisica e mentale che si instaura.

Ci sono due aspetti psicologici fondamentali: la regressione e l'identificazione. Nello specifico, un autore che trattò con una certa accuratezza questi due meccanismi fu Freud che appunto li definì come dei meccanismi di difesa che l'individuo metterebbe in atto per sopperire a situazioni traumatiche e ritenute inaccettabili, e che quindi permetterebbero alla personalità dell'individuo di continuare a funzionare nonostante circostanze terribili come quelle di un sequestro.

La regressione può essere definita come il ritorno a un livello di maturità inferiore e meno aderente alla realtà comportamentale e di esperienza che si sta vivendo; l'identificazione permette all'Io di sfuggire all'ira e al danno potenziale che potrebbe essergli inflitto dal “nemico”. Entrambi tali meccanismi entrano in funzione nella "sindrome": l'ostaggio si “identifica” nel carceriere per paura, e non certo per affetto, e "regredisce" a uno stadio infantile inferiore a quello di un bimbo di cinque anni. L'ostaggio si trova in una situazione di estrema dipendenza dal carceriere esattamente come il bambino dipendeva totalmente dalla figura paterna, o comunque genitoriale, che rappresentava controllo e sicurezza.

IL CASO: PATRICIA CAMPBELL HEARST

pATRICIA CAMPBELL E FIDANZATO

« Mi è stata data la scelta di essere rilasciata in una zona sicura o di unirmi alle forze dell'Esercito di Liberazione Simbionese per la mia libertà e la libertà di tutti i popoli oppressi. Ho scelto di restare e di lottare. »

(Patricia Campbell e il fidanzato prima del rapimento)

Uno dei casi più famosi della Sindrome di Stoccolma fu quello di Patricia Campbell Hearst. Patricia fu rapita il 4 febbraio 1974 mentre si trovava nel suo appartamento a Berkeley, in California dai membri del Symbionese Liberation Army, un gruppo di guerriglia urbano. Il gruppo, che contava circa una dozzina di membri complessivamente, era già noto per l'omicidio di Marcus Foster, sopraintendente alla scuola di Oakland. Il commando era composto da 3 persone, 2 uomini e una donna, e il rapimento della diciannovenne avviene solo dopo il pestaggio del suo fidanzato.

Come riscatto, il gruppo chiese che la famiglia Hearst distribuisse diversi milioni di dollari a tutti i bisognosi della California.

Inizialmente, Patricia fu bendata e tenuta prigioniera. Poi strinse amicizia con i suoi rapitori. In meno di un mese, abbracciò le loro idee. E cominciò a rapinare banche, cambiando il proprio nome in Tania. Patricia non si limitò alle rapine ma partecipò anche a diversi attentati dinamitardi.

Fu arrestata, insieme alla sua compagna Wendy Yoshimura, dall’FBI il 18 settembre 1975.

Durante il processo fu rappresentata da F.

Lee Bailey, il famoso avvocato difensore di O.J. Simpson, successivamente radiato dall’albo per diversi reati. La difesa fece leva sulla difficile situazione psicologica di Hearst dal momento della cattura in poi e sui gravi disordini da stress post-traumatico subito, sostenendo che fosse stata vittima di un lavaggio del cervello. La tesi del “lavaggio del cervello” si basava sula convinzione che la personalità di Hearst fosse stata manipolata metodicamente, attraverso procedure non troppo diverse da quelle utilizzate in un campo di addestramento per reclute

(Membri Symbionese Liberation Army 1974)

 

Bibliografia

http://www.stateofmind.it/2014/12/sindrome-stoccolma-psicologia/

(http://web.archive.org/web/20010913015059/www.fbi.gov/publications/leb/1999/jul99leb.pdf)


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